Gubbio e l’albero di Natale più grande del mondo.

Un giro a Gubbio in questo periodo si fa sempre volentieri.

“A Gubbio??? Ancora!!!!! Ma ci siamo già stati!!!! Diverse volte anche…”

E’ vero, questa volta la moglie ha proprio ragione, tuttavia è più forte di me e anche quest’anno un giro a Gubbio si fa.

“Maddai è l’albero più grande del mondo!”

“E sti cxxxi non ce li metti?!?!?”

Fa così ma poi alla fine si sale in camper e passa tutto.
Bastano pochi chilometri per calmare l’atmosfera, i lineamenti si distendono, il broncio si ammorbidisce. e la cervicale finalmente si rilassa, a volte penso che il camper abbia la capacità di rendere tutto più ‘rotondo’.

Primo passo arrivare a Gubbio.
La parte più semplice se vogliamo, da manuale quasi, rifornimento, navigatore impostato, autoradio sullo sfondo a basso volume (basso si fa per dire, il mio Ducato è un pelino rumoroso), autostrada e via, un’oretta e mezza e siamo arrivati.

Secondo passo, dove passiamo la notte?
A Gubbio ci sono diverse possibilità, la città ha una forte vocazione turistica e di camper in giro se ne vedono parecchi.
C’è un’area di sosta, comoda e ben attrezzata, purtroppo non vicinissima al centro, ma se camminare non è un problema, rappresenta sicuramente la soluzione ideale.
Purtroppo nel periodo di Natale Gubbio è molto visitata dai camperisti quindi, tra raduni e turisti per caso, non è facile trovare posto nell’area camper.
Ci sono anche altre soluzioni organizzate per l’occasione quindi alla fine è relativamente semplice trovare un posto tranquillo per passare la notte.

Terzo passo, eravamo venuti per un motivo ben preciso, giusto?
Per goderci il famoso albero di Natale quest’anno ci siamo appoggiati nel parcheggio della Coop, comodo e vicinissimo al centro.
Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, un veloce salto al supermercato per gli acquisti dell’ultimo minuto, poi finalmente un tranquillo aperitivo sotto le luminarie accese.

E’ meraviglioso!

Seduti con un buon bicchiere di vino e qualche stuzzico per allegria, ci lasciamo incantare dalla cascata di colori che scende lungo le pendici del monte Ingino.
La visione lentamente diventa ipnotica e mi sembra quasi di tornare bambino, quando fare l’albero di Natale era già di per sé una festa, un momento di vita in famiglia importante ma soprattutto l’inizio del periodo natalizio, ricco di festosità, sorprese e cose buone da mangiare.

Dopo cena una bella passeggiata non ce la toglie nessuno, fa molto freddo ma tutto sommato, i vestiti pesanti esistono per questo scopo.
Ed eccolo lì, proprio dietro la condensa del respiro, maestoso nel suo percorso di luci, sembra un vecchio amico che ti stava aspettando.
E mentre sei lì in ammirazione a goderti la serata, pensi che hai fatto proprio bene a tornare un’altra volta.

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